Raffreddamento ad immersione, una realtà nei data center?

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  1. Ragi
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    Raffreddare il calore prodotto da un componente durante il funzionamento ha sempre rappresentato un problema durante lo sviluppo di nuove soluzioni: ai sistemi di raffreddamento passivi sono stati affiancati sistemi attivi, dotati di radiatori con tecnologie quali quelle vapor-chamber e heat-pipe.

    I sistemi di raffreddamento a liquido hanno sempre rappresentato una nicchia di mercato, identificata dagli appassionati e dagli utenti che desiderano avere il massimo livello prestazionale dal proprio sistema.

    Raffreddare per immersione, nonostante preveda la presenza di un liquido, è lievemente diverso: il componente, scheda madre o scheda grafica, viene infatti immerso letteralmente in un liquido non conduttivo, costantemente raffreddato per matenere costante la temperatura di funzionamento. Qualche anno fa qualche pionere aveva provato a sviluppare un PC caratterizzato da questo sistema di raffreddamento.

    Oggi questo particolare metodo di raffreddamento del calore arriva all'interno dei data center, come testimonia Green Revolution a questo indirizzo. L'azienda avrebbe infatti sviluppato un particolare sistema capace di supportare sistemi server.

    Secondo i dati forniti dall'azienda un sistema da 100kW sarebbe stato installato per Midas Network e avrebbe consentito un risparmio energetico pari al 50%.

    Rimandiamo tutti gli interessati al raffreddamento per immersione alla pagina di Green Revolution dedicata. Secondo quanto dichiarato dall'azienda il liquido che si occupa di raffreddare i componeti sarebbe in grado di trattenere 1,200 volte più calore rispetto alla normale aria.

     
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0 replies since 14/4/2011, 13:30   5 views
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